lunedì 9 aprile 2012

riflessioni 22 agosto 2010

Come al solito stare al mare coi ragazzi mi tiene lontano da tutto e da tutti e mi costringe a riflettere e a fare i conti con quello che solitamente nascondo in fondo all'anima correndo lontano dai miei pensieri.
La completa impossibilità di avere un momento totalmente mio,la continua responsabilità verso qualcuno che mal sopporta il fatto di dover sottostare alle regole,ma che nello stesso tempo necessita disperatamente di una guida,mi snerva e mi rende insofferente e nello stesso tempo mi porta a riflettere sul perchè io mi trovi ancora qui.
Sembre che tutto quello per cui io stia lottando e stia facendo dei sacrifici,non solo si dimostri una meta molto lontana,ma a vole addirittura difficilmente identificabile.
Lo ammetto la vacanza mi ha messo in crisi,profondamente. Passare una settimana sola con lui,sentire il suo corpo accanto al mio,svegliarmi di notte e vedere la pace del suo riposo, sentire le lacrime salire alla sola idea di vederlo nuovamente partire, la frustrazione nel vedere che dopo 5 anni la situazione non accenna a mutare e l'impotenza di non saper dire basta, hanno iniziato a ledere la mia volontà di restare.
Ovviamente con i "se" e con i "magari"non si arriva molto lontano, ma il tarlo è sempre lì e la realtà si mischia con il dubbio,il reale con l'incertezza,il desiderio inespresso rende insipida la vita.
Ora sono qui,il mar baltico davanti agli occhi, e l'unica speranza è quella,un giorno,di potermi godere tutto questo con te,con la nostra famiglia.
 Ma come al solito è un sogno stupido ed irrealizzabile...perchè io probabilmente non mi merito nulla di tutto questo,perchè in effetti in questi giorni sto dimostrando di non essere all'altezza del compito.
In questi giorni l'idea di tornare a casa, dare ragione a tutti coloro che non mi credevano all'altezza si fa sempre più strada. Ho peccato di Hybris,e forse se lo ammetterò pubblicamente la punizione sarà più lieve...o forse no...

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